Volevo Dirti Che...
- Sirtao
- 21 feb 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 30 nov 2020
🇮🇹
<<Morirò>>.
E fu come se l’eternità
incominciasse da quella sentenza,
a cui avevo badato poco,
nonostante fosse in calce
all’atto di nascita,
distratta dalla banalità
di essere mortale.
🇬🇧
<<I will die>>.
And it was as if eternity
began from that sentence,
to which I had paid little attention,
despite being premised
to the act of birth,
distracted by the banality
of being mortal.
🇪🇸
<<Moriré>>.
Y fue como si la eternidad
comenzò por aquella sentencia,
a la que poco había mirado,
aunque fuera premisa
en el nacimiento,
distraída por la banalidad
de ser mortal.
🇫🇷
<<Je mourrai>>.
Et c’était comme si l’éternité
commençait par cet verdict,
auquel j’avais peu prêté attention,
alors que c’était prémisse
à l’acte de naissance,
distraite par la banalité
d’être mortelle.
🇩🇪
<<Ich sterbe>>.
Und es war, als ob die Ewigkeit mit diesem Satz begann, auf den ich nicht geachtet hatte, trotz Erteilung in der Geburtsurkunde, weil ich von der Banalität des Sterblichen abgelenkt war.
“Sta bene a sentire… C’è una mamma che sta ricamando. Il suo figliuolo, seduto su uno sgabelletto basso, vede il lavoro di lei; ma alla rovescia. Vede i nodi del ricamo, i fili confusi… E dice: “Mamma si può sapere che fai? È cosí poco chiaro il tuo lavoro?!”. Allora la mamma abbassa il telaio, e mostra la parte buona del lavoro. Ogni colore è al suo posto e la varietà dei fili si compone nell’armonia del disegno. Ecco, noi vediamo il rovescio del ricamo. Siamo seduti sullo sgabello basso”. Per quanto sembri paradossale, ci diamo un motivo per cui credere, eppure la fede consiste nel farlo senza avere una spiegazione, perché Dio è quella mamma. Un forte (A)bbraccio a (T)e, (A)micheTTo...
Caro Gianni, l’essere nati ci rende difficile l’idea di dover morire. Eppure, nel momento in cui la vita incomincia a camminare, la morte le va incontro, senza che entrambe sappiano quando si incontreranno. Dopodiché, se la vita aveva almeno la certezza di dover morire, la morte potrà solo dubitare eternamente di essere mortale; può pensare di essere certa soltanto finché scopre che le nascondiamo un’anima. Un abbraccio a te e a Cecilia...
Non ho più paura di morire.
Un tempo ce l'avevo, sì. Ma non oggi. Vorrei solo essere "più pronto", ma so che Dio peserà ognuno dei miei pensieri, dei miei gesti: non sarò mai solo, benché solo sono arrivato e solo andrò via. La mia preghiera, in questo contesto, è sempre stata una ed una sola: che mi venga concesso la grazia di andare via dopo mia madre. I motivi sono due, e il secondo è che non esiste dolore paragonabile alla perdita di un figlio: un ferita che non risana. Mai. Ma se perderne uno è (D)olore. Perderne due è (C)rudele.
(T)i (A)bbraccio forte.
Buongiorno Sir♥️tao, grazie per la tua nuova frase, tenebrosa, oggi, ma ricca di spunti nel commentare. Io quest'oggi comincerei dal grande mistero della morte, cosa succede, ad ognuno di noi, quando si chiudono per sempre gli occhi e il cuore non batte più, tutto diventa immobile, il colore biancastro prevale sul nostro caro e amato corpo, tutto, quante volte con questo corpo abbiamo amato, in vita, c'era la felicità di vedere con i nostri occhi ciò che amavamo con l'anima. Il nostro mistero comincia poprio qui. L'anima è la nostra capacità di amare un altra persona, di sacrificarsi per lui, o di fregarsene del suo simile, di distruggerlo o aiutarlo. Inoltre noi siamo in questo mondo non per noi, m…